Il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva lo schema di decreto di attuazione della delega fiscale per la crescita e l’internazionalizzazione delle imprese. Il provvedimento è finalizzato a rimuovere gli ostacoli allo sbocco sui mercati internazionali e a definire un quadro normativo più semplice e trasparente per gli investitori esteri. Tra le principali novità si prevede l’introduzione di un bonus fiscale per il rientro di lavoratori qualificati, con una riduzione del reddito imponibile del 30% per cinque anni.

Il Consiglio dei ministri nella riunione di ieri, 6 agosto 2015, ha dato il via libera definitivo al decreto legislativo recante “Misure per la crescita e l’internazionalizzazione delle imprese”, in attuazione dei principi stabiliti dalla delega fiscale.
Il provvedimento definitivo – si legge in una nota di Palazzo Chigi – recepisce quasi tutte le osservazioni formulate dalle Commissioni parlamentari competenti con riferimento allo schema modificato in seconda lettura nella seduta del 17 luglio scorso. Tra queste, ad esempio, si prevede una maggiorazione del bonus per il rientro dei cervelli nelle aree svantaggiate del Paese e una estensione della platea dei soggetti interessati.
Per il resto il provvedimento conferma le norme sul rafforzamento del ruling internazionale, con la possibilità di definire accordi preventivi con il fisco. I principali ambiti di operatività degli accordi preventivi riguardano la disciplina dei prezzi di trasferimento infragruppo, l’attribuzione di utili e perdite alle stabili organizzazioni, la valutazione preventiva dei requisiti che configurano una stabile organizzazione, l’individuazione, nel caso concreto specifico, delle norme sull’erogazione o la percezione di dividendi, royalties, interessi e altri componenti reddituali a o da soggetti non residenti.
Gli accordi vincolano le parti per il periodo d’imposta nel corso del quale sono stipulati e per i quattro successivi. Per il periodo intercorrente tra la data di presentazione dell’istanza e quella di conclusione dell’accordo il contribuente ha comunque la possibilità di presentare dichiarazione integrativasenza applicazione di sanzioni a condizione che in tale periodo ricorrano le circostanze di fatto e di diritto a base dell’accordo. Tali circostanze, viene specificato accogliendo le osservazioni dei pareri parlamentari, devono sussistere congiuntamente per uno o più periodi di imposta precedenti alla stipula del contratto ma non anteriori a quello in corso alla data di presentazione dell’istanza.
Il decreto istituisce anche una nuova forma di interpello per le società che effettuano nuovi investimenti, per dare certezza in merito ai profili fiscali del piano di sviluppo che si intende attuare. Fondamentale a tal fine è la presentazione da parte dell’investitore di un business plan con la descrizione dell’ammontare dell’intervento, i tempi e le modalità di realizzazione dello stesso, l’incremento occupazionale e i riflessi sul sistema fiscale interno. Per l’accesso all’istituto è prevista una soglia minima di 30 milioni di euro per l’investimento, che può consistere anche nella ristrutturazione di imprese in crisi qualora ci siano effetti positivi sull’occupazione.
Accogliendo le indicazioni formulate dalle Commissioni parlamentari, il Consiglio dei Ministri ha introdotto una norma volta ad incentivare fiscalmente il rientro in Italia di lavoratori con qualifiche elevate. La disposizione prevede che il reddito prodotto in Italia da lavoratori che trasferiscono la residenza nel territorio dello Stato italiano beneficiano per cinque anni di unariduzione del reddito imponibile del 30%.
Potranno accedere all’incentivo i soggetti che nei cinque anni precedenti non siano stati residenti in Italia, che svolgano una attività lavorativa prevalentemente nel territorio italiano e che rivestano una qualifica per la quale sia richiesta una alta specializzazione e il titolo di laurea